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Le ricerche storiche sulla fotografia e in particolare sulle cosiddette "fotografie di riproduzione" - ossia quelle destinate a riprodurre le opere d'arte - vedono in Pietro Toesca una figura di interesse imprescindibile. Fra i protagonisti della storia dell'arte italiana del Novecento, Toesca fece un uso continuo e meditato di questo tipo di immagini, come dimostra fra l'altro la corrispondenza privata con Adolfo Venturi e Bernard Berenson. Attraverso una serie di contributi di alto profilo scientifico, il libro ricostruisce il complesso e multiforme rapporto dello studioso ligure con il mezzo fotografico, puntando l'attenzione su quel momento, delicato e unico, in cui proprio sotto la sua ala, fra le Università di Torino, Firenze e Roma, esordiscono le prime generazioni di storici dell'arte che si formano in via privilegiata sulla fotografia e la considerano strumento irrinunciabile del proprio mestiere, da Roberto Longhi fino a Giuliano Briganti e Federico Zeri.